Internationale Aspekte
"I vertici nazionali di Italia Nostra negli ultimi giorni hanno compiuto un sopralluogo a L'Aquila per valutare lo stato del patrimonio storico ed artistico del capoluogo abruzzese dopo il sisma. Presenti il presidente Giovanni Lo Savio, la vicepresidente Rosanna Bettinelli ed il Segretario Generale Antonello Alici.
La novità della giornata è la conferma della riapertura entro questa estate dell'Archivio di Stato a L'Aquila, nella periferia di Bazzano.
«Per ricostruire la vita cittadina a L'Aquila» - sottolinea Ferruccio Ferruzzi, Direttore dell'Archivio di Stato de L'Aquila - «era doveroso riaprire al più presto l'Archivio di questa città. I materiali salvati nel primo intervento sono stati portati all'Archivio di Sulmona. Sono stati salvati documenti antichi come pergamene ed atti notarili».
«Ora» - prosegue Ferruzzi - «interverremo sul resto dei documenti, che si trovano ancora sotto le volte del palazzo della Prefettura. Questi insieme agli altri verranno messi nella nuova sede provvisoria che a breve sarà aperta in città».
Nel fondo speciale istituito da Italia Nostra i cittadini hanno versato circa cinquemila euro per la salvaguardia dei documenti dell'Archivio di Stato a L'Aquila. «Il sopralluogo è stata l'occasione per incontrare il vicecommissario della Protezione Civile con delega ai Beni Culturali, Luciano Marchetti» - precisa Antonello Alici, segretario generale di Italia Nostra - «a cui abbiamo offerto la nostra collaborazione. I nostri volontari, professionisti del settore qualificati e di fama possono garantire un valido supporto tecnico-scientifico alle autorità»."
Link:
http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=20664
La novità della giornata è la conferma della riapertura entro questa estate dell'Archivio di Stato a L'Aquila, nella periferia di Bazzano.
«Per ricostruire la vita cittadina a L'Aquila» - sottolinea Ferruccio Ferruzzi, Direttore dell'Archivio di Stato de L'Aquila - «era doveroso riaprire al più presto l'Archivio di questa città. I materiali salvati nel primo intervento sono stati portati all'Archivio di Sulmona. Sono stati salvati documenti antichi come pergamene ed atti notarili».
«Ora» - prosegue Ferruzzi - «interverremo sul resto dei documenti, che si trovano ancora sotto le volte del palazzo della Prefettura. Questi insieme agli altri verranno messi nella nuova sede provvisoria che a breve sarà aperta in città».
Nel fondo speciale istituito da Italia Nostra i cittadini hanno versato circa cinquemila euro per la salvaguardia dei documenti dell'Archivio di Stato a L'Aquila. «Il sopralluogo è stata l'occasione per incontrare il vicecommissario della Protezione Civile con delega ai Beni Culturali, Luciano Marchetti» - precisa Antonello Alici, segretario generale di Italia Nostra - «a cui abbiamo offerto la nostra collaborazione. I nostri volontari, professionisti del settore qualificati e di fama possono garantire un valido supporto tecnico-scientifico alle autorità»."
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http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=20664
Wolf Thomas - am Donnerstag, 14. Mai 2009, 22:58 - Rubrik: Internationale Aspekte
Mit Circolario 108/2009 vom 9. April 2009 hat das italienische Kultusministerium die Notfallmassnahmen für alle Kulturgüter - inklusive der Archivalien - geregelt. Die Erfahrungen der Erdbeben in den Marken und in Umbrien wurden berücksichtigt.
Notfallsteams wurden für die Schadenserfassung, Bergungs- sowie ersten Sicherungsarbeiten wurden gebildet. Neben vor Ort befindlichen Mitarbeitern des Kultusministeriums wurde vorrangig auf ortskundige Freiwillige zurückgegriffen. Ferner wurde auf fachliche Qualifikation, auf Kenntnisse auf dem Gebiet des Arbeitsschutzes sowie auf Erfahrungen während anderer Notfalleinsätze bei den Freiwilligen geachtet. Die Auswahl erfolgt durch die zustände "Regionaldirektion". Insgesamt 160 Personen wurden für eine erste zweiwöchige Arbeitsphase gesucht, darunter 30 Kunsthistoriker, 10 Restauratoren, 10 Archivare und 4 Bibliothekare.
Das Rundschreiben gilt zunächst für 24 Wochen, vom 13. April bis zum 26. September 2009. Man geht von 12160 Mannstuinden aus (geschätzte Personalkosten 1 Mio. €). Monatliche Berichte an das Kultusministerium dokumentieren diese erste Bergungsphase.
Dank an den Kollegen aus dem Staatsarchiv Foggia und seiner Schwägerin für die Übersetzung!
Notfallsteams wurden für die Schadenserfassung, Bergungs- sowie ersten Sicherungsarbeiten wurden gebildet. Neben vor Ort befindlichen Mitarbeitern des Kultusministeriums wurde vorrangig auf ortskundige Freiwillige zurückgegriffen. Ferner wurde auf fachliche Qualifikation, auf Kenntnisse auf dem Gebiet des Arbeitsschutzes sowie auf Erfahrungen während anderer Notfalleinsätze bei den Freiwilligen geachtet. Die Auswahl erfolgt durch die zustände "Regionaldirektion". Insgesamt 160 Personen wurden für eine erste zweiwöchige Arbeitsphase gesucht, darunter 30 Kunsthistoriker, 10 Restauratoren, 10 Archivare und 4 Bibliothekare.
Das Rundschreiben gilt zunächst für 24 Wochen, vom 13. April bis zum 26. September 2009. Man geht von 12160 Mannstuinden aus (geschätzte Personalkosten 1 Mio. €). Monatliche Berichte an das Kultusministerium dokumentieren diese erste Bergungsphase.
Dank an den Kollegen aus dem Staatsarchiv Foggia und seiner Schwägerin für die Übersetzung!
Wolf Thomas - am Donnerstag, 14. Mai 2009, 18:11 - Rubrik: Internationale Aspekte
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Liest man in der taz:
http://www.taz.de/1/zukunft/wissen/artikel/1/mit-kippa-und-totenkopfflagge/
Siehe dazu im Netz:
http://www.jewishjournal.com/up_front/article/ahoy_mateys_thar_be_jewish_pirates_20060915/
Buch von Edward Kritzler 2008:
http://www.amazon.com/Jewish-Pirates-Caribbean-Swashbuckling-Freedom/dp/0385513984

http://www.taz.de/1/zukunft/wissen/artikel/1/mit-kippa-und-totenkopfflagge/
Siehe dazu im Netz:
http://www.jewishjournal.com/up_front/article/ahoy_mateys_thar_be_jewish_pirates_20060915/
Buch von Edward Kritzler 2008:
http://www.amazon.com/Jewish-Pirates-Caribbean-Swashbuckling-Freedom/dp/0385513984

KlausGraf - am Mittwoch, 29. April 2009, 21:55 - Rubrik: Internationale Aspekte
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Vier Bände der Editionsreihe sind als PDFs online.
Via
http://www.intute.ac.uk/artsandhumanities/cgi-bin/fullrecord.pl?handle=20090423-10131336
Via
http://www.intute.ac.uk/artsandhumanities/cgi-bin/fullrecord.pl?handle=20090423-10131336
KlausGraf - am Mittwoch, 29. April 2009, 15:29 - Rubrik: Internationale Aspekte
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"LA MEMORIA storica della tragedia del Vajont aveva una "casa" a L'Aquila, ma è scampata al terremoto. Il palazzo dell'Archivio di Stato del capoluogo abruzzese, che custodiva le carte del processo per il disastro dell'inondazione della vallata del Vajont avvenuta il 9 ottobre del '63, è in parte crollato sotto i colpi del sisma, eppure tutti i documenti conservati sono stati recuperati e portati in salvo nella sede dell'archivio di Sulmona.
A ufficializzare la notizia è il direttore generale per i beni archivistici del ministero per i Beni culturali Luciano Scala: "L'operazione non è stata semplice, perché una parte dell'edificio è inagibile - dice Scala - si è riusciti ad entrare solo dalla parte posteriore dello stabile e con molta difficoltà. Ma il recupero del materiale è stato quasi totale". Fu proprio il tribunale del capoluogo abruzzese ad ospitare dal 1969 al '71 le fasi salienti del processo: "La storia del Vajont a L'Aquila iniziò col processo per legittima suspicione - racconta Agostino Attanasio direttore uscente dell'Archivio di Stato de L'Aquila - la sede naturale, ossia Venezia, non era il contesto idoneo per un corretto e sereno svolgimento del processo dove il coinvolgimento emotivo poteva rendere difficoltoso il giudizio imparziale dei fatti. Così venne spostato in Abruzzo".
E oggi, la memoria processuale del Vajont, quella che ha sancito responsabilità e colpe, quella che può essere idealmente riassunta nel famigerato registro della sentenza che per tradizione viene portato da L'Aquila a Longarone nell'anniversario della catastrofe, è andata incontro ad un singolare destino di salvezza: "Tutta la documentazione cartacea del processo, circa 240 faldoni, è rimasta ancora nei locali terremotati dell'Archivio, chiusa in circa sette armadi blindati e quindi tutelata da polveri e calcinacci - dichiara Agostino Attanasio - Degli atti del processo fanno parte anche gli elaborati progettuali del Vajont, ossia i progetti architettonici fuori misura che non entravano negli armadi e che venivano conservati su scaffali a parte. Questi li abbiamo subito recuperati e portati a Sulmona".
L'operazione di recupero, durata complessivamente tre giorni dal sopralluogo del 9 aprile e che ha coinvolto tutto il patrimonio storico dell'Archivio, comprese le pergamene del 1193 e i codici del '400 e '500 che hanno scritto la grande storia de L'Aquila, è stata condotta dai vigili del fuoco sotto il coordinamento dell'ingegner Claudio Fortucci: "Il problema attuale dell'Archivio - avverte Attanasio - è la messa in sicurezza delle strutture murarie per almeno l'80% del palazzo, con una parte di locali completamente inagibili. Tant'è che durante il recupero il rischio è stato costante. Si avvertivano altre scosse sismiche e i vigili erano costretti ad uscire velocemente".
Quegli armadi blindati per la memoria del Vajont si sono rivelati oggi una scelta conveniente, ma nascono da un altro capitolo importante di questa singolare storia aquilana. "La documentazione prodotta durante il processo si custodiva nell'archivio del tribunale fin dal '71 - prosegue Attanasio - la nostra legge prevede che le carte siano consegnate ad un archivio di Stato solo dopo 40 anni dal processo, quindi noi le avremmo dovute ricevere solo nel 2011. Invece, anche in virtù delle pressioni esercitate da parte dei sindaci di Longarone e Castel Lavazzo che premevano per poter disporre degli atti processuali, abbiamo siglato una convenzione con il tribunale per una consegna anticipata, finalizzata ad un grande progetto di tutela e valorizzazione di questo patrimonio storico. Un'inventariazione analitica degli atti e una loro riproduzione digitalizzata da mettere a disposizione del pubblico e soprattutto delle comunità di Longarone e Castel Lavazzo su internet".
Un obiettivo in parte raggiunto, perché l'inventario analitico è stato recentemente ultimato grazie al lavoro di Daniela Nardecchia e di Giovanna Lippi, quest'ultima purtroppo rimasta vittima nella terribile scossa sismica del 6 aprile. Un inventario che è stato anche già trasmesso al professor Reberschack a Venezia, lo storico della tragedia del Vajont che lavora in continuo contatto con le autorità di Longarone. "Questo traguardo sarebbe stato il primo passo per il recupero pieno della fruibilità di questo patrimonio che ci vede in accordo anche con l'Archivio e la Prefettura di Belluno - conclude Attanasio - nella drammaticità del terremoto che ha sconvolto L'Aquila mi sento di dire che il progetto per la memoria del Vajont paradossalmente può uscirne rafforzato, trovando ancora di più oggi la forza e l'energia di portarlo avanti. Col cuore sempre a L'Aquila". "
Quelle:
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-7/archivio-vajont/archivio-vajont.html
A ufficializzare la notizia è il direttore generale per i beni archivistici del ministero per i Beni culturali Luciano Scala: "L'operazione non è stata semplice, perché una parte dell'edificio è inagibile - dice Scala - si è riusciti ad entrare solo dalla parte posteriore dello stabile e con molta difficoltà. Ma il recupero del materiale è stato quasi totale". Fu proprio il tribunale del capoluogo abruzzese ad ospitare dal 1969 al '71 le fasi salienti del processo: "La storia del Vajont a L'Aquila iniziò col processo per legittima suspicione - racconta Agostino Attanasio direttore uscente dell'Archivio di Stato de L'Aquila - la sede naturale, ossia Venezia, non era il contesto idoneo per un corretto e sereno svolgimento del processo dove il coinvolgimento emotivo poteva rendere difficoltoso il giudizio imparziale dei fatti. Così venne spostato in Abruzzo".
E oggi, la memoria processuale del Vajont, quella che ha sancito responsabilità e colpe, quella che può essere idealmente riassunta nel famigerato registro della sentenza che per tradizione viene portato da L'Aquila a Longarone nell'anniversario della catastrofe, è andata incontro ad un singolare destino di salvezza: "Tutta la documentazione cartacea del processo, circa 240 faldoni, è rimasta ancora nei locali terremotati dell'Archivio, chiusa in circa sette armadi blindati e quindi tutelata da polveri e calcinacci - dichiara Agostino Attanasio - Degli atti del processo fanno parte anche gli elaborati progettuali del Vajont, ossia i progetti architettonici fuori misura che non entravano negli armadi e che venivano conservati su scaffali a parte. Questi li abbiamo subito recuperati e portati a Sulmona".
L'operazione di recupero, durata complessivamente tre giorni dal sopralluogo del 9 aprile e che ha coinvolto tutto il patrimonio storico dell'Archivio, comprese le pergamene del 1193 e i codici del '400 e '500 che hanno scritto la grande storia de L'Aquila, è stata condotta dai vigili del fuoco sotto il coordinamento dell'ingegner Claudio Fortucci: "Il problema attuale dell'Archivio - avverte Attanasio - è la messa in sicurezza delle strutture murarie per almeno l'80% del palazzo, con una parte di locali completamente inagibili. Tant'è che durante il recupero il rischio è stato costante. Si avvertivano altre scosse sismiche e i vigili erano costretti ad uscire velocemente".
Quegli armadi blindati per la memoria del Vajont si sono rivelati oggi una scelta conveniente, ma nascono da un altro capitolo importante di questa singolare storia aquilana. "La documentazione prodotta durante il processo si custodiva nell'archivio del tribunale fin dal '71 - prosegue Attanasio - la nostra legge prevede che le carte siano consegnate ad un archivio di Stato solo dopo 40 anni dal processo, quindi noi le avremmo dovute ricevere solo nel 2011. Invece, anche in virtù delle pressioni esercitate da parte dei sindaci di Longarone e Castel Lavazzo che premevano per poter disporre degli atti processuali, abbiamo siglato una convenzione con il tribunale per una consegna anticipata, finalizzata ad un grande progetto di tutela e valorizzazione di questo patrimonio storico. Un'inventariazione analitica degli atti e una loro riproduzione digitalizzata da mettere a disposizione del pubblico e soprattutto delle comunità di Longarone e Castel Lavazzo su internet".
Un obiettivo in parte raggiunto, perché l'inventario analitico è stato recentemente ultimato grazie al lavoro di Daniela Nardecchia e di Giovanna Lippi, quest'ultima purtroppo rimasta vittima nella terribile scossa sismica del 6 aprile. Un inventario che è stato anche già trasmesso al professor Reberschack a Venezia, lo storico della tragedia del Vajont che lavora in continuo contatto con le autorità di Longarone. "Questo traguardo sarebbe stato il primo passo per il recupero pieno della fruibilità di questo patrimonio che ci vede in accordo anche con l'Archivio e la Prefettura di Belluno - conclude Attanasio - nella drammaticità del terremoto che ha sconvolto L'Aquila mi sento di dire che il progetto per la memoria del Vajont paradossalmente può uscirne rafforzato, trovando ancora di più oggi la forza e l'energia di portarlo avanti. Col cuore sempre a L'Aquila". "
Quelle:
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-7/archivio-vajont/archivio-vajont.html
Wolf Thomas - am Freitag, 17. April 2009, 16:34 - Rubrik: Internationale Aspekte
" .... Daten aus Findbüchern zu Beständen polnischer Staatsarchive werden nach und nach über die zentrale Datenbank IZA (Inwentarze zespołów archiwalnych) (Link) zugänglich gemacht. So können die Findmittel einzelner Archive bzw. Bestände online nach in den Aktentiteln bzw. in der Dokumentenbeschreibung vorkommenden Stichworten (z.B. Personennamen, Ortschaften etc.) durchsucht werden...."
via:
http://www.archivauskunft.de/2009/iza-findbuch-datenbank-polnischer-archive/
via:
http://www.archivauskunft.de/2009/iza-findbuch-datenbank-polnischer-archive/
Wolf Thomas - am Freitag, 10. April 2009, 17:00 - Rubrik: Internationale Aspekte
Wenn ich es richtig verstehe, wurde intaktes Archivgut in das benachbarte Staatsarchiv Sulmona gebracht: "E' in salvo gran parte del materiale conservato nell'archivio di Stato de L'Aquila. Lo annuncia il direttore generale del ministero dei Beni Culturali, Giuseppe Proietti. E' già iniziato il trasferimento di circa quattro chilometri di scaffali di libri rari, manoscritti e documenti nell'archivio di Stato di Sulmona. La raccolta aquilana era ospitata nella parte posteriore del Palazzo del Governo, lesionata ma non distrutta dal terremoto."
Quelle:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo446685.shtml
Gleichlautend: " .... Intanto e' in salvo, a dispetto dei primi timori, gran parte del materiale conservato nell'Archivio di Stato dell'Aquila sara' trasferito nell'archivio di Stato di Sulmona. "
Quelle:
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2009-04-10_110358160.html
Quelle:
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo446685.shtml
Gleichlautend: " .... Intanto e' in salvo, a dispetto dei primi timori, gran parte del materiale conservato nell'Archivio di Stato dell'Aquila sara' trasferito nell'archivio di Stato di Sulmona. "
Quelle:
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2009-04-10_110358160.html
Wolf Thomas - am Freitag, 10. April 2009, 16:31 - Rubrik: Internationale Aspekte
KlausGraf - am Freitag, 10. April 2009, 13:26 - Rubrik: Internationale Aspekte
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" ....Der Regierungspalast, der auch das Staatsarchiv beherbergt, droht zusammenzubrechen. ....."
Quelle:
http://derstandard.at/?url=/?id=1237229467905
" ..... Der Palazzo della Prefettura, das historische Polizeipräsidium von L´Aquila, in dem das Stadtarchiv mit kostbaren Handschriften und wichtigen Dokumenten untergebracht ist, brach zusammen. ...."
Quelle:
http://www.rundschau-online.de/html/artikel/1238775220250.shtml
Quelle:
http://derstandard.at/?url=/?id=1237229467905
" ..... Der Palazzo della Prefettura, das historische Polizeipräsidium von L´Aquila, in dem das Stadtarchiv mit kostbaren Handschriften und wichtigen Dokumenten untergebracht ist, brach zusammen. ...."
Quelle:
http://www.rundschau-online.de/html/artikel/1238775220250.shtml
Wolf Thomas - am Mittwoch, 8. April 2009, 18:30 - Rubrik: Internationale Aspekte
"On behalf of the Association of National Committees of the Blue Shield (ANCBS) I would like to express our deepest sympathy for the victims of the recent earthquake in the Abruzzo region of Italy. We are also saddened and concerned by reports of heavy damage to the important cultural heritage in the affected area. ANCBS has teams assembled to assist the Cologne Archives and, when rescue and humanitarian needs have been properly attended to in Abruzzo, the ANCBS pledges to assemble all the resources available to assist our colleagues there with the difficult task of salvage and conservation for damaged and at risk cultural heritage.
The Blue Shield is the cultural equivalent of the Red Cross. It is the protective emblem specified in the 1954 Hague Convention for the Protection of Cultural Property in the Event of Armed Conflict for marking cultural sites to give them protection from attack in the event of armed conflict.
The Blue Shield network consists of the International Council of the Blue Shield, a group of international organizations dealing with museums, archives, audiovisual supports, libraries, as well as monuments and sites, with the mission of protecting cultural property during armed conflict and natural disasters.
More than 30 countries have formed Blue Shield organizations, which have in turn joined together to support the Blue Shield mission as the Association of National Committees of the Blue Shield (ANCBS). Based in The Hague, Netherlands, the mission of ANCBS is coordinating and strengthening international efforts to protect cultural property at risk of destruction in armed conflicts or natural disasters. Again, we offer our sincere condolences for the loss of life during this tragedy and hope to assist to save our shared cultural heritage from further damage and destruction.
Karl von Habsburg
President, ANCBS"
Link
The Blue Shield is the cultural equivalent of the Red Cross. It is the protective emblem specified in the 1954 Hague Convention for the Protection of Cultural Property in the Event of Armed Conflict for marking cultural sites to give them protection from attack in the event of armed conflict.
The Blue Shield network consists of the International Council of the Blue Shield, a group of international organizations dealing with museums, archives, audiovisual supports, libraries, as well as monuments and sites, with the mission of protecting cultural property during armed conflict and natural disasters.
More than 30 countries have formed Blue Shield organizations, which have in turn joined together to support the Blue Shield mission as the Association of National Committees of the Blue Shield (ANCBS). Based in The Hague, Netherlands, the mission of ANCBS is coordinating and strengthening international efforts to protect cultural property at risk of destruction in armed conflicts or natural disasters. Again, we offer our sincere condolences for the loss of life during this tragedy and hope to assist to save our shared cultural heritage from further damage and destruction.
Karl von Habsburg
President, ANCBS"
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Wolf Thomas - am Mittwoch, 8. April 2009, 17:31 - Rubrik: Internationale Aspekte
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